Pagina:Poemetti allegorico-didattici del secolo XIII, 1941 – BEIC 1894103.djvu/108

102 poemetti allegorico-didattici

veder pietosa mi può tor la morte;
e caladrio voi sete a mia natura,
25ch’i’ son caduto in sorte
cotal in vostra corte,
malato piú ch’altro omo, a mia ventura.
Però, gentil criatura,
merzé vi chero aggiate;
30solo vêr me sguardate,
lá’ nd’io terrò da voi mia vita in dono,
ché sí, donna d’aunore,
com’io mi sento e sono
nel periglioso ardore,
35se non mi provedete,
similmente potete
co l’amorosa vista
farmi di gio’ gioiosa fare acquista.

     Como, gentil mia donna, puote avere
40in voi tanta durezza,
veggendo mia gravezza
e ch’i’ non chero cosa da spiacere
né che giá pregio bassi a vostr’altezza?
Ma crescere e valere
45tuttor a mio podere
lo vo’ cosí com’ per me l’allegrezza.
Né al mondo grandezza
nessuna cotant’amo
come servir voi bramo,
50sol co la vostra bona volontate,
la qual con umil core
domando per pietate
temente a tutte l’ore;
ché ’n voi pur trovo orgoglio
55lá ’nd’io forte mi doglio
e tornom’a merzede,
ch’a molti isventurati gio’ concede.