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nell’esercizio della scherma e del nuoto, nella prontezza e facondia del dire; e da quel suo fare fervido e ghiribizzoso, dalla sua tendenza al declamare, dalla sua grazia e riuscita nel recitare ed esporre, si chiarisce ch’egli è preso dell’arte e figlio d’artisti.

Nondimeno, a che celarlo? gli amici ed amorevoli suoi furon côlti da tristi presagi. Rivelavansi nel giovane istinti e tendenze di passioni sinistre, tumultuose, audaci: la fervida natura e lo straordinario ingegno, sdegnosi di freno, prorompevano già con pertinace violenza; nè i consigli sennati e severi parevano allentare la balda foga dei baldissimi anni. Da allora, il giuoco, la crapola e la sfrenatezza lo strinsero nelle loro spire, e lo fecero colpevole di tali eccessi, per cui l’autorità scolastica videsi costretta di espellerlo dall’universitario consorzio.

Lo stesso Allan, l’amico e protettore suo, si era ormai scosso e spazientito alle ripetute scappate, facendo sentire di non volerne più sapere del pagare i debiti del giuoco, che Poe con grave sconsideratezza andava facendo, mercè tratte spiccate sul nome di Allan. Allora, stizzito e stracco, lascia l’America e s’avventura all’Europa in cerca di emozioni nuove, di più soddisfacente avvenire. E un’idea cavalleresca gli è sprone e sembra compiacevolmente esaltarlo nei sogni di un classico passato. Lo com-