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Nel quale uffizio il Poe riesce poeta sommo e straordinario davvero, e nessun più di lui sa con maggior finezza e grazia colorire metafisiche fantasie, nessuno scuoprire quella specie di meccanica del pensiero, la quale d’ipotesi in ipotesi, d’idea in idea, di principio in principio trae ad induzioni sottili, curiose e stravaganti quanto vuolsi, ma veramente ingegnose, piene di spirito e fino artifizio e talora d’una mirabile filosofia, non indegna di speciali apprezzamenti.

Non lo dissimuliamo certo: no; questa non è letteratura per noi; non è letteratura del nostro cielo, dell’indole e delle tradizioni nostre, del genio italiano. Noi possiamo benissimo comprenderle, queste forme dello spirito, possiamo ammirarle e valutarne convenientemente i pregi, non trasfonderle, immedesimarle in noi. Il classicismo greco— romano, tutto classicismo di plastica, che offre le sue tele con colori vivaci, semplici, armoniosi, sensibili, naturali, non è pretta convenzione di questa o quella scuola, di una setta, di un’accademia qualunque; ma deriva dalle suddette fonti, proviene da cause che possono essere modificate nelle differenti ragioni di epoche o di civiltà, non distrutte nella natura o sorgente loro, che rimane essenzialmente la stessa. — Ma è dessa forse letteratura americana, o inglese, o francese, o alemanna o qual’altra si voglia? — Ad altri più