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di Poe, l’uomo dalle facoltà acutissime, l’uomo dai rilassi nervi, l’uomo la cui volontà focosa e paziente lancia una sfida alle difficoltà più irte, quegli il cui sguardo si fissa con la durezza di una spada sugli oggetti che grandeggiano man mano ch’ei li fissa, — questo tipo, dico, è Poe stesso. E le sue donne, tutte luminose e malate, che muoiono dei mali più bizzarri, che parlano con voce ch’è suon musicale, — quelle donne non sono che lui, lui stesso; o almeno con le loro aspirazioni strane, col loro sapere, con la eterna loro melanconia, fortemente partecipano alla natura del loro creatore. Quanto poi alla sua donna ideale, alla sua Titanide, essa appare sotto aspetti differenti, ci mostra vari ritratti messi quà e là nelle sue poesie poco numerose, ritratti o piuttosto maniere di sentire la bellezza, che il temperamento dell’autore accosta e confonde in vaga ma sensibile unità, e dove vive forse più delicatamente che altrove quest’insaziabile amore del bello, ch’è il suo grande e vero titolo, o il sommario de’ suoi titoli all’effetto ed al rispetto dei poeti.»1

Si può dipingere meglio?

Che se talora, come sopra cennammo, la fisionomia dello scopo ha potuto parer indecisa

  1. Edgar Poe, Sa vie et ses œuvres.