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A proposito dell’Hoffmann ecco quanto scriveva Gualtiero Scott: «Allevato pel foro, cuopriva da principio in Prussia parecchi uffizi inferiori nella magistratura; ma ridotto presto a vivere della sua industria, ebbe ricorso alla sua penna ed alla sua matita, oppure compose musica per teatro. Questo cambiamento continuo di occupazioni incerte, quest’esistenza errante e precaria produssero senza dubbio il loro effetto sopra uno spirito particolarmente suscettivo di esaltazione e di scoraggiamento, e resero più variabile ancora un carattere già tanto incostante.»

«Hoffmann infiammava ben anche l’ardore del suo genio con frequenti libazioni, e la sua pipa, compagna fedele, lo involgeva in una ammosfera di vapori. Il suo esteriore stesso indicava la sua irritazione nervosa. Egli era piccolo di statura, il suo sguardo fisso e selvaggio, che sfuggiva attraverso ad una folta capigliatura nera, svelava quella specie di disordine mentale, di cui sembra avere avuto conoscenza egli stesso quando scriveva nel suo giornale questo memorandum, che non si può leggere senza un movimento di raccapriccio:

« — Perchè nel mio sonno come nelle mie veglie i miei pensieri si portano soventi, e mio malgrado, sul tristo soggetto della demenza? Mi sembra, lasciando libero il corso alle idee di-