Pagina:Poe - Eureka, 1902.djvu/82

EUREKA 82 Ancora: — Supponiamo di passeggiare una notte in una strada maestra. In un campo, da un lato della strada, vi è un inta di ali aggeli, per esempio degli alberi, le ligure di ..i sono 01 olitamen e delineate sullo sfondo del Colo, questa linea di uggeLti si stende ad angolo retto colla strada c dalla strada all'orizzonte. Ora, a misura che noi procediamo lungo la strada, vediamo che questi oggetti cambiano la loro posizione, rispettivamente, in ragione a un certo punto lisso in quella parte del firmamento che forma lo sfondo della veduta. Supponiamo che questo punto fisso — sufficientemente fisso per il nostro scopo — sia la luna che spunta. Noi ci accorgiamo subito che, mentre l'albero più vicino a noi altera la sua posizione in rispetto alla luna, tanto che sembra fuggire dietro di noi, l'albero che è alla distanza estrema non ha quasi neanche cambiato la sua posizione relativa al satellite. Per conseguenza riusciamo a percepire che più gli oggetti sono lontani da noi, meno alterano la loro posizione; e viceversa. Dunque cominciamo a valutare, senz’accorgercene, la distanza di ogni albero in particolare, per mezzo del grado in cui essi fanno vedere il loro spostamento relativo. Finalmente, arriviamo a capire come sarebbe possibile 1' accertare la reale distanza di un dato albero nella fila, usando la somma dello spostamento relativo come base di un semplice problema geometrico. Ora questo spostamento relativo è ciò che viene chiamato « parallasse »; e per mezzo della parallasse noi possiamo calcolare le distanze def corpi celesti. Applicando questo principio agli alberi in questione, saremmo, senza dubbio, imbarazzati ad afferrare la distanza di quell' albero che, per quanto ci siamo allontanati sulla strada, non ci presenta nessuna parallasse. Questa, nel caso descritto, è una cosa impossibile; ma soltanto perchè tutte le distanze sulla nostra Terra sono veramente triviali: — in paragone delle vaste quantità cosmiche possiamo dire che esse sono come assolutamente nulle. Ora supponiamo che la stella Alpha Lyrte sia direttamente sopra al nostro capo ; e imaginiamo che, invece di essere sulla terra, siamo ad un capo di una diritta via che si stende attraverso allo Spazio fino ad una distanza uguale al diametro dell'orbita della Terra —cioè ad una distanza di cento e novanta milioni di miglia. Avendo osservato, per mezzo dei più delicati istrumenti micrometrici, la posizione esatta della stella, passiamo ora lungo quest'inconcepibile via finché non raggiungiamo l'altra estremità. Ora osserviamo una volta ancora la stella. Essa è precisamente dove la lasciammo. 1 nostri istrumenti, per quanto delicati, ci assicurano che la sua posizione relativa e assolutamente — è identicamente la stessa, come al cominciare del nostro