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EUREKA 69 forse impossibile, misurando rispettivamente le forze per mezzo delle quali ogni cerchio planetario successivo fu emesso — cioè, misurando le successive eccedenze di rotazione su la gravitazione che hanno cagionato le projezioni successive — di trovare più decisamente confermata l’analogia in questione? È forse improbabile che noi scopriamo che queste forze hanno cambiato, come nell' irradiazione originale — proporzionalmente ai quadrati delle distanze ? Il nostro sistema solare che consiste principalmente in un sole con sedici pianeti, certamente e forse alcuni di più che roteano attorno ad esso a differenti distanze, e accompagnato da diciassette lune, per certo, ma molto probabilmente da altre ancora — si può considerare, ora, come un esempio delle innumerevoli agglomerazioni, che continuarono a prodursi in tutta la Sfera Universale, di atomi al ritirarsi della Volontà Divina. Io intendo dire che il nostro sistema solare deve essere considerato come un caso generico di queste agglomerazioni, o, più correttamente, delle ulteriori condizioni a cui esse arrivarono. Se noi fissiamo la nostra attenzione sull’ idea della massima quantità di Rapporti possibile, come è nel disegno dell'Onnipotente e sulle precauzioni prese per compirlo per mezzo della differenza di forma tra gli atomi originali e dell' inequidistanza particolare, noi troveremo impossibile il supporre anche solo per un momento che due qualsiasi delle agglomerazioni incipienti raggiungano alfine precisamente lo stesso risultato. Noi saremmo più tosto inclinati a pensare che non vi sono due corpi stellari nell’ Universo simili in particolare — siano essi soli o pianeti o lune — mentre tutti lo sono in generale. Allora, noi possiamo sempre meno imaginare che due gruppi qualunque di tali corpi — due « sistemi » qualunque — possano avere una rassomiglianza più che generale (1). 1 nostri telescopi, su questo punto, confermano interamente le nostre deduzioni. Considerando, dunque, il nostro sistema solare semplicemente come un tipo libero e generale di tutti gli altri, noi siamo andati tanto lontano nel nostro soggetto da poter esaminare l’universo sotto l’aspetto di uno spazio sferico sul quale esistono, dispersi ovunque con un'eguaglianza puramente generale, un numero di sistemi simili puramente in generale. Ora, allargando le nostre concezioni, consideriamo ciascuno di questi sistemi come un atomo per sè stesso; ciò (1) Non è impossibile che alcuni imprevisti perfezionamenti ottic1 possano scoprire, tra i riiimerevoli varata di sistemi, un sole lu; minoso, circondato da anelli luminosi e non luminosi, entro e fuor1 e fra i quali girino dei pianeti luminosi e non luminosi accompagnati da lune colle loro lune — ed anche queste ultime colle loro Lgine particolari.