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STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI 51


fervidissimi che si disperda anche la sua persona e ritrovisi poi fortemente abbracciata colla sua donna.

Un’erbicciuola è amore, che a poco a poco vien su, e atterra muri ed alberi schianta. Lo amante già squaglia come cera al fuoco, nè ha più testa di attendere alle faccende domestiche. Mangi o beva, la fantasia1 della sua bella non lo abbandona mai; nè di notte gli si leva dal pensiero. Amore gli ha fatto dimenticare fino al paternostro, fino all'avemaria, che non si dimenticano mai: ed egli smarrisce la strada quando vuole andar a messa. Il pesce preso all’amo, l’uccello punto dal desiderio del dolce nido, danno una lontana idea degli strazî sofferti da questo povero giovane, che avvinto in ferrea catena è vittima delle fiamme d'amore, per le quali gli parrebbero ben poca cosa gli orrori di una aspra battaglia, lo sdegno del cielo, le pene tutte dell’inferno. Ora sogna un incendio dalle parti d’Oriente, le cui faville minaccino il firmamento, e non è forza umana che le spenga; quello è fuoco del cuor suo, che brucia e non si consuma, e cui non giunge a spegnere tutta la neve d’inverno, nè tutta l’acqua del mare. Ora suppone che il cuore gli manchi affatto, e che tre chirurgi anatomizzando il suo corpo e quello della fidanzata, ritrovino in lei doppio cuore. Rammenta certa volta il dì che, lei gravemente inferma, egli andò a visitarla seguendo il Viatico, e dal pianto fu quasi per morire. E certa volta ancora narrando alla finestra dell’amata i suoi dolori, finisce con supplicarla che si

  1. Fantasia, qui immagine avvivata da affetto.