Pagina:Pitrè - Canti popolari siciliani I, 1891.djvu/76

50 CANTI POPOLARI


Adunca ca la luna vu’ vinciti,
Bedda, suli e no luna, vi chiamati.

Ma sole potente ella è, sole che scuote dalle fondamenta la terra, che converte i monti in pianure e i morti ritorna a vita.. ’

Se poi desidera o spera, lo amante si strugge dal desiderio di tramutarsi in menta o in maggiorana per toccare il bianco seno della sua donna, o almeno in colombella, in usignuolo, in canarino, per giungere a posarsele sulla spalla, e poi fare un nido fra le sue trecce, e susurrarle dolci paroline che le ammolliscano il cuore. Ora vuol diventare ape, affin di recarle un po’ di miele sulla bocca:

  Ciuri di ciuri!
Si fussi apuzza cugghiria lu meli,
Cci lu purtassi ’mmucca a lu mè amuri 1.

Ora pesce per esser comperato e mangiato dalla sua diletta, della quale lungamente cercò scoprire gli affetti reconditi; ed or coltivatore dell’orto, che un angiolo ha fatto nel colombino petto di lei. Qua cade in deliquio pel neo ch’ella tiene alla faccia, e giura portarlo come amuleto al collo, e recarlo al Papa, che lo benedica e conceda un giubileo a chi lo tocchi; altrove ricordando le principali perdite di questa terra, e forse le sole note a lui, che non sa guardar di là da Palermo, Monreale, Roma, Spagna, Francia, Turchia, fa voti

  1. È di origine letteraria e si legge nella Seconda Raccolta di varie
    canzoni, pag. 10; ed incomincia così:

    La luna è bianca e voi brunetta siete.