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ove tu non ammetti che altri passi; non qua, non qua, ove tu non sia venuta da te, per tuo piacere. La bella innocenza ingenua della tua ferocia rende qua nauseosa l’iniquità della nostra. Vogliamo difenderci da te, dopo averti portata qua, per nostro piacere, e ti teniamo in prigione: questa non è più la tua ferocia; quest’è ferocia perfida! Ma sappiamo, non dubitare, sappiamo anche andare più in là, far di meglio: t’uccideremo per giuoco, stupidamente. Un cacciatore finto, in una caccia finta, tra alberi finti... Saremo degni in tutto, veramente, dello scenario inventato. Tigri, più tigri d’una tigre. E dire che il sentimento che questo film in preparazione vorrà destare negli spettatori, è il disprezzo della ferocia umana. Noi la metteremo in opra, questa ferocia per giuoco, e contiamo anche di guadagnarci, se ci riesce bene, una bella somma.

Guardi? Che guardi, bella belva innocente? È proprio così. Non sei qua per altro. E io, che t’amo e t’ammiro, quando t’uccideranno, girerò impassibile la manovella di questa graziosa macchinetta qua, la vedi? L’hanno inventata. Bisogna che agisca; bisogna che mangi. Mangia tutto, qualunque stupidità le mettano davanti. Mangerà anche te; mangia tutto, ti dico! E io la servo. Verrò a collocartela più da presso, quando tu, colpita a morte, darai gli ultimi tratti. Ah, non dubitare, ricaverà dalla tua morte tutto il profitto possibile! Non le accade mica di gustar tutti i giorni un pasto simile. Puoi aver questa consolazione. E, se vuoi, anche un’altra.

Viene ogni giorno, come me, qua davanti alla