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e non ce n’accorgiamo. La vita ci segna; e a chi attacca un vezzo, a chi una smorfia.

No? Ma scusate, voi, proprio voi che dite di no... ecco, magnificamente... non inzeppate di continuo tutti i vostri discorsi di questo avverbio in -mente?

— Andai magnificamente dove m’indicarono: lo vidi e gli dissi magnificamente: Ma come, tu, magnificamente... —

Abbiate pazienza! Nessuno ancora vi chiama Signor Magnificamente... Serafino Gubbio (Si gira...) è stato più disgraziato. Senza accorgermene, mi sarà avvenuto forse qualche volta, o più volte di seguito, di ripetere, dopo il direttore di scena, la frase sacramentale: — Si gira... -; l’avrò ripetuta con la faccia composta a quell’aria che mi è propria, di professionale impassibilità, ed è bastato questo, perchè tutti ora qua, per suggerimento di Fantappiè, mi chiamino Si gira...

Tutti i pubblici d’Italia conoscono Fantappiè, l’attore comico della Kosmograph, che s’è specializzato nella caricatura della vita militare: Fantappiè consegnato in caserma e Fantappiè al campo di tiro; Fantappiè alle grandi manovre e Fantappiè ariostiere; Fantappiè di sentinella e Fantappiè soldato coloniale...

Egli se l’è appiccicato da sè, il nomignolo: un nomignolo che quadra bene alla sua specialità. Allo stato civile si chiama Roberto Chismicò.

— Cicchetto, te ne sei avuto a male, che t’ho messo Si gira? — mi domandò, tempo fa.

— No, caro — gli risposi sorridendo. — M’hai bollato.