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Ora, Cocò Polacco non è per lei un nemico. Se fosse, ella non fremerebbe così: freddissimamente si vendicherebbe di lui.

Nemici per lei diventano tutti gli uomini, a cui ella s’accosta, perchè la ajutino ad arrestare ciò che di lei le sfugge: lei stessa, sì, ma quale vive e soffre, per così dire, di là da se stessa.

Ebbene, nessuno si è mai curato di questo, che a lei più di tutto preme; tutti, invece, rimangono abbagliati dal suo corpo elegantissimo, e non vogliono aver altro, nè saper altro di lei. E allora ella li punisce con fredda rabbia, là dove s’appuntano le loro brame; ed esaspera prima queste brame con la più perfida arte, perchè più grande sia poi la sua vendetta. Si vendica, facendo getto, improvvisamente e freddamente, del suo corpo a chi meno essi si aspetterebbero: così, là, per mostrar loro in quanto dispregio tenga ciò che essi sopra tutto pregiano di lei.

Non credo che possano spiegarsi in altro modo certi subitanei cangiamenti nelle sue relazioni amorose, che appajono a tutti, a prima giunta, inesplicabili, perchè nessuno può negare ch’ella con essi non abbia fatto il suo danno.

Se non che gli altri, ripensandoci e considerando da una parte la qualità di coloro con cui ella prima s’era messa, e dall’altra quella di coloro a cui d’improvviso s’è gettata, dicono che questo dipende perchè ella coi primi non poteva stare, non poteva respirare; mentre a questi altri si sentiva attratta da un’affinità «canagliesca»; e quel getto di sè improvviso e inopinato lo spiegano come lo sbalzo di chi, a lungo soffocato,