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me in una manovra segreta, ch’ella istintivamente ha sentito diretta contro il Nuti. Io ho difeso la Nestoroff per il solo fatto che questa, invitando la signorina Luisetta ad andare in casa sua insieme con me, mi è parso intendesse staccarla dal Nuti, e farla compagna a me, supponendola mia amica.

Ora ecco, invece di staccarsi dal Nuti, la signorina Luisetta si staccava da me e mi faceva andar solo dalla Nestoroff. Neanche per un momento s’era fermata a considerare ch’era stata invitata insieme con me; l’idea d’essermi compagna non le era apparsa affatto; non aveva visto che il Nuti, non aveva pensato che a lui; e le mie parole certamente non le avevano prodotto altro effetto che quello di mettermi dalla parte della Nestoroff contro il Nuti e, per conseguenza, anche contro lei.

Se non che, mancato adesso lo scopo per cui avevo attribuito a quella le intenzioni benigne, ecco, ricadevo nella perplessità di prima e per giunta in preda a una sorda irritazione e mi sentivo diffidentissimo anch’io contro la Nestoroff. L’irritazione era per la signorina Luisetta, perchè, mancato lo scopo, mi vedevo costretto a riconoscere ch’ella in fondo aveva ragione di diffidare. Insomma, m’appariva a un tratto evidente, che mi bastava aver compagna la signorina Luisetta per vincere ogni diffidenza. Senza di lei, la diffidenza ora riprendeva anche me, ed era quella di chi sa di potere da un passo all’altro esser colto a un laccio preparato con sottilissima astuzia.

Con quest’animo sono andato dalla Nestoroff, io solo. Ma pur mi spingeva una curiosità ansiosa di ciò che m’avrebbe detto e il desiderio di vederla