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140 Novelle per un anno.

rono di aver sorpreso, una sera, nel bujo d’un viale, questo brano di dialogo:

— Ebbene, e tu allora sposami! —

E la voce del Ruffo, concitata, sorda:

— No! No! No! —

Allora, una gran risata dispettosa di Giorgina:

— E allora, lasciami in pace! —

Il resto lo sapete.

Da due anni ormai, Giorgina Marùccoli è legittima sposa di Arnaldo Ruffo. Dopo Giorgina si maritò Carlotta, subito. Irene è ancora fidanzata. Mi sono imbattuto l’altro jeri nel promesso sposo, in gran faccende per il nido: è contentone! e m’ha detto che sposerà prestissimo.

Capite? Prima, no; poi, sì. Ci ho gusto per i signori uomini! Anzi, guardate, quasi quasi, ora — dopo tanto tempo — sarei tentato di fare una visita di congratulazione a Giorgina, la coraggiosa. Non è molto felice, poverina: ha il marito geloso del passato — (stupido! come se la colpa non fosse sua). — Ma, dopo tutto, chi è felice in questo mondo?

Ora intanto, tra poco, tutt’e tre avranno uno stato, finalmente una casa, uno scopo nella vita: quello che desideravano onestamente. E già sulle ginocchia della nonnina, che sarà ridotta più bianca della cera, dorme roseo il primo nipotino. Mi figuro la buona vecchietta nell’atto di contemplarlo, beata, mentre con una mano tremula allontana una mosca ostinata, che vuol posarsi giusto lì, sul tondo visetto caro.