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136 Novelle per un anno.


— No! — rispondeva la testina, scrollandosi vivacemente, con gli occhi socchiusi e un sorriso birichino su le labbra.

Non trovavano, non trovavano ancora, non trovavano mai quelle tre care ragazze!

Ebbene, un bel giorno, si stancarono; perdettero la pazienza, alla fine.

Chi sa da quanto tempo frenavano, dentro, le smanie della loro speranza frustrata di continuo e reprimevano i segni delle loro disillusioni! Il primo segno ch’io potei scorgere, e che m’è rimasto impresso come, in un dramma, una frase che lasci intravedere la catastrofe, fu quella mattina che dovevamo recarci alla vigna di Ponte Molle, e Giorgina si presentò al Tranzi col capo chino, reggendo in alto con due dita un filo d’argento allungato dal sommo della fronte, al quale gli occhi si sforzavano d’alzarsi per guardarlo e si storcevano.

— Tranzi, un capello bianco! —

Perchè aveva già varcato la trentina. Avevo notato in quegli ultimi tempi che s’era accostata con insolita insistenza ad Arnaldo Ruffo, uno dei più assidui frequentatori della casa; poi, che s’era messa d’improvviso a parlare di lui con acredine non meno insolita; e che s’era voltata infine a tormentare il Tranzi, sferzando la pigrizia di lui, dicendogli che non aveva alcun diritto di lamentarsi della ingiustizia della sorte, giacchè egli non voleva far più nulla e nulla tentare per far valere le sue doti artistiche; aveva l’abbozzo di un’opera giovanile? ebbene; perchè non lo ripigliava? perchè non si dava a qualche altro lavoro?