![]() |
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. | ![]() |
44 | Novelle per un anno. |
— No no, scusi, che c’entra? Vado io, vado io. —
E risalì a riempire il modulo a stampa sul primo tavolino della seconda stanza della segreteria particolare, al primo piano, Sezione I, secondo corridojo a destra.
Si preparò in quei due giorni all’udienza, raccogliendo come a un supremo cimento tutte le sue facoltà mentali. Un esordio, breve, perchè certo il Marchese non poteva aver tempo d’ascoltare parole che non si riferissero a fatti; ma egli doveva pure, innanzi tutto, dichiarare l’animo e le ragioni che lo movevano a quella denunzia; poi, punto per punto, avrebbe esposto i fatti. Era felice di mettere a servizio l’opera sua, disinteressatamente, contro quel ladro che con tanta pervicacia s’accaniva a imbrogliare un ordine di cose così maravigliosamente costituito.
La mattina del sabato, dieci minuti prima dell’ora fissata, si trovò nell’anticamera della segreteria particolare. Era il primo iscritto e, appena scoccate le dieci, fu introdotto alla presenza del Marchese.
Era costui un omettino a cui la raffinata eleganza dell’abito non riusciva a togliere, anzi accresceva una certa ispida acerbità campagnuola. La spalliera del seggiolone su cui stava seduto innanzi alla scrivania, gli superava d’un palmo la testa. Inchinò appena il capo in risposta al profondo ossequio del visitatore; con la mano gli fe’ cenno di sedere; poi poggiò un gomito sul bracciuolo e abbassò la fronte sulla palma, nascondendovi un occhio.
L’altro occhio, armato da una rigida caramella cerchiata di tartaruga, don Filiberto Fiorinnanzi se lo vide piantare in faccia con una fissità così dura e ostile e persistente, che sentì gelarsi il sangue nelle