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976 | maschere nude |
cugine dello stesso nome io e la povera Lena figurati se non lo so!
Zio Salesio ride.
L’ignota. Perché ride?
Zia Lena. Ma perché da ragazze, i giovanotti, quando ci vedevano insieme, noi due cugine —
Zio Salesio. — le chiamavamo la Lena bella e la Lena brutta.
L’ignota. Non brutta, Lena!
Zia Lena. Cara! Protestavi proprio cosí, da piccina! «No, brutta, Lena!» Perché questa brutta, quando la bella morí, ti fece da mamma...
L’ignota (turbandosi). Basta, Lena per piacere.
Zia Lena (come sentendosi richiamata a un patto convenuto). Sí, basta, basta. Ma questo è un passato che non ti può dolere.
Zio Salesio. Le duole, si vede, se t’ha detto basta!
Zia Lena. Dico, non le può dolere, perché era tanto piccina: non se lo può ricordare.
Per concludere:
Zio Salesio. Io la vedo totalmente un’altra!
Zia Lena. Uff!
L’ignota. È proprio questa, zio, la commedia che reciterò: su come mi vedi tu e come mi vede la Lena, e su come si fa a riconoscere dopo dieci anni una scomparsa, con tutto l’esercito nemico che le dev’essere passato sopra! Sentirai, sentirai...
Sedendo e invitando a sedere zia Lena e zio Salesio:
Ora, però, bisogna che tutt’e due, prima, mi spieghiate bene com’è la vera situazione di Bruno, qua, per queste terre e la villa.
Zio Salesio (meravigliato). La situazione? E non la sai?
L’ignota (secca). Non la so.
Zio Salesio. Bruno te n’avrà parlato.
L’ignota. M’ha detto... non so... di diritti negati... Ma era cosí impacciato... Forse perché io, a sentirne parlare...