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972 | maschere nude |
Zia Lena. Io, oggi, mi sento bene spiega questo e tu ti senti male.
Zio Salesio. Io mi sento benissimo!
Zia Lena. No, caro, male!
Zio Salesio. Benissimo!
Zia Lena. Malissimo!
Zio Salesio. Mi spieghi tu allora, perché dovrei sentirmi malissimo?
Zia Lena. Se lo vuoi spiegato, vuol dire che non hai coscienza di quello che hai fatto!
Zio Salesio. Che ho fatto?
Zia Lena. Oh, basta! Non seccare piú! — Se Dio vuole, tutto finito oramai: si piglieranno oggi gli accordi per questo famoso notariatto...
Zio Salesio (ridendo). Ma che «notariatto» che «notariatto»! Atto notorio!
Zia Lena. So assai io! — notorio? — direi rottorio! — e non se ne parlerà piú. — Per punizione, guarda, se dovesse dipendere da me — ti farei magari un assegno — ma qua, con la Cia, non ti ci vorrei piú.
Zio Salesio. Brava! In compenso d’essermi spogliato di tutto per mia nipote.
Zia Lena. Quando desti in dote alla Cia la villa e le terre non ti spogliasti mica di tutto: eri ricco, allora; tanto che potesti farlo come niente.
Zio Salesio. E ora che non ho piú niente — via, eh? La punizione che mi merito.
Zia Lena. Ma non fraintendere! io dico, punizione di non aver avuto la stessa fede di Bruno, incrollabile, che la nostra Cia non fosse morta!
Zio Salesio. Se non l’avesti piú neanche tu, a un certo punto! — sí, sí, lo dicesti anche a me!
Zia Lena. L’avrò detto — ma non mi prestai a fare nessun atto, io, perché fosse dichiarata morta!
Zio Salesio. Eh, perché non toccava a te di farlo...
Zia Lena. Ti dico che non l’avrei mai fatto, io! E non ci troveremmo ora in questo impiccio che urta tutti, di dover prendere gli accordi per farlo annullare! E se penso che tutto questo l’avete fatto per la viltà di voler levare a Bruno le terre e la villa...