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come tu mi vuoi 967


Portiere. Ecco, appunto, fuori, fuori di qua: in una clinica... Posso chiamare per il trasporto.

Mop. Sí, subito, per piacere, chiami, chiami per il trasporto.

Mop ritorna presso ilpadre, e il portiere se ne va via brontolando.

Boffi. Ma come? cosí, qua, senza nessuno?

L’Ignota. Si vive cosí. Di notte, nessuno. E i portieri sono i padroni delle case.

Boffi. Lei venga adesso con me, signora.

Mop (chiamando, dallo scrittojo). Elma, Elma, vieni qua!

L’Ignota. No, dove vuole che vada, ora?

Boffi. Ma signora Lucia...

Mop (comparendo, sotto l’arco). Elma!

L’Ignota. Mi chiama Elma, sente?

Boffi. Vado io allora a chiamar lui!

Mop. Non penserai mica d’andartene —

Boffi. — dopo che l’ha minacciata tutta la sera? —

Mop. — ma appunto perché se ne voleva andare!

Boffi (prendendola per un braccio). Tornerò qua con lui, signora Lucia; e son sicuro che appena lei lo vedrà...

Mop (venendola a prendere per l’altro braccio). Vieni, vieni, Elma: ti chiama, ti chiama: vuole te!

Boffi si scrolla, urtato, e va via risolutamente.

L’ignota (a Mop). Va’, va’: ora vengo...

Mop (si muove, incerta: si volta). Tu te n’andrai...

L’Ignota. No, vengo, vengo... Va’, non lo lasciar solo...

Mop va. Rimasta sola, l’Ignota si preme a lungo le mani sulla faccia; poi, di scatto, se le stacca per passarsele sulle tempie, una di qua, una di là, come a sorreggersi la testa, levata disperatamente, e chiude gli occhi per dire:

Un corpo senza nome! senza nome!


TELA