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964 | maschere nude |
L’Ignota. — la mia vita? — quale? —
Salter (con scherno feroce). — ma da signora Lucia — con tuo marito — te ne sei già dimenticata?
L’ignota (fierissima a Salter). — non me ne sono dimenticata!
A Boffi, con altro piglio:
Salter. — la sua Cia —
Boffi (a l’Ignota confermezza). — sí, signora —
poi a Salter, sfidando lo scherno:
poi di nuovo, a l’Ignota:
Salter (subito, diabolico). — chi? — chi ha avuto quest’interesse? — tu dovresti saperlo! — su, dillo! dillo!
L’ignota (c. s.). Io non so nulla! Io domando appunto a lui, come la può credere viva, se non gli è piú ritornata?
Boffi. Ma perché suppone che, dopo quanto le dev’essere accaduto —
L’Ignota. — quella che lui va cercando non ci può essere piú! —
Boffi. — no signora! — suppone che lei non sia piú ritornata per questo — appunto — temendo che non possa piú essere per lui la stessa, dopo quanto è accaduto —
L’Ignota. — e crede dunque davvero che possa piú essere la stessa?
Boffi. — perché no, signora, se lei vuole? —
L’Ignota. — dopo dieci anni, la stessa? — dopo tutto quello che le dev’essere accaduto, la stessa? È pazzol — E la prova è che non gli è piú ritornata.
Boffi. Ma io dico, se lei ora vuole, signora...
L’Ignota. Voglio? — sí, fuggire da me stessa, voglio — non avere piú un ricordo di nulla, di nulla — vuotarmi di tutta la vita — ecco, guardi: corpo — essere soltanto questo corpo — lei dice che è suo? che le somiglia? — io non mi sento piú — io non mi voglio piú — non conosco piú nulla e non mi conosco — mi batte il cuore, e non lo so — respiro e non lo so — non so piú di vivere — un