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come tu mi vuoi 963

le acchiappa la faccia e la mostra a Boffi:

— guardi bene, ne porta ancora il segno!

Salter. Ma non fui io!

Mop. Me lo feci da me — non ci vuol credere!

L’Ignota. Io non so nulla: non c’ero! — Torno qua, ubriaca: per forza! rovescio col piede le bottiglie e poi me le bevo — faccio «Spuma di Champagne»

mostrando l’abito:

— vede? è la mia danza piú famosa — per forza, dunque, ubriaca ogni sera! — Non vedo neppure, quella sera, chi mi prende e mi porta a letto.

Mop (quasi saltandole addosso, tutta un fremito, per impedirle che seguiti a dire). Elma, te ne scongiuro, basta!

L’ignota (mentre la respinge di nuovo). No, lasciami dire! — Lui se n’era andato fuori...

Mop (tenendosi aggrappata a lei). Ma che vuoi dire? Sei pazza?

L’ignota (staccandosela d’addosso e buttandola sulla poltrona, dove Mop torna ad aggrupparsi con lafaccia nascosta). Eh sí, lo so! Le pazze soltanto hanno il privilegio di poterle urlare — chiare — davanti a tutti — certe cose!

A Boffi, indicandogli Salter che sorride:

— Guardi, ride... come rise la mattina dopo, quando volle sapere...

Salter. Ma perché è strano che tu —

L’Ignota. — dia importanza a ciò che per voi non è niente? — Tutto è come niente, qua!

Indicando a Salter la figlia con la faccia nascosta:

Ma intanto lei — guarda là!

Salter. È il rimorso d’aver tradito chi l’ha mandata qua...

Mop (scattando in piedi e gridando convulsa). No! Perché non è giusto! Non è giusto!

L’ignota (a Boffi). Lo proclamano, capisce? come un diritto! Lei li accusa; gridano che non è giusto! — Io ho bisogno di scapparmene di qua — via da tutti, via da tutti — anche da me stessa — via — via — via — non posso piú essere cosí — questa —

Boffi. — ma sta a lei, signora, di riprendere la sua vita! —