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L’ignota (a Boffi). Li caccia via, ora, gli altri — ha visto? — indignato; e rimbrotta lui me, adesso, che gli comprometto la riputazione! È diventato sua moglie!

Accanendosi:

Dovrei io rendertela possibile, la vita, è vero? Io, con tua figlia che... ah Dio!

Si copre la faccia con le mani, per schifo, esasperazione, disperazione:

— non mi fate parlare! non mi fate parlare!

Mop (subito, accorrendo a lei, atterrita che dica). No, no, Elma! Per carità!

L’ignota (quasi con un ruggito, respingendola). Lèvati — Voglio dirlo!

Mop. Che cosa?

L’Ignota. Quello che m’avete fatto!

Mop. Io?

L’ignota (quasi farneticando). Tu — tutti — non ne posso piú — questa è vita da pazzi — io n’ho fino alla gola — mi si rompe lo stomaco — vino, vino — pazzi che ridono — l’inferno scatenato — specchi bicchieri bottiglie — una ridda, la vertigine — chi strepita, chi balla — s’aggrovigliano nudi — tutti i vizi impastati — non c’è piú legge di natura — piú nulla — solo l’oscenità arrabbiata di non potersi soddisfare —

acchiappando Boffi per un braccio e indicandogli Mop:

guardi, guardi se quella è piú una faccia umana! — e lui, là,

indica Salter:

— con quella faccia da morto, e tutti i vizi che gli vèrmicano negli occhi! — e io vestita cosí — e lei che vuol parere un diavolo — questa casa — ma qua, come dovunque — tutta la città — è la pazzia, la pazzia!

Di nuovo, indicando Mop:

— Arriva. — Io non ne so nulla. Di sera, ero al «Lari-Fari». Chi sa che scena col padre! Ha uno sgraffio qua, dalla fronte alla guancia —