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come tu mi vuoi 959


macerie non trova traccia della giovane moglie sposata da appena un anno.

L’Ignota. Bruno...

Boffi. La sua Cia...

L’Ignota. Mi chiamava Cia... mi chiamava Cia...

Boffi. Immaginò lo scempio che dovettero far di lei gli ufficiali che s’insediarono nella villa — e impazzí, signora, impazzí per piú d’un anno! Lei non può immaginare tutte le ricerche che fece nei primi anni, supponendo che la fiumana dell’esercito nemico, ritirandosi in fuga, l’avesse trascinata con sé.

L’Ignota. Mi trascinò con sé! mi trascinò con sé!

Salter (a Boffi). Ma aspetti!

Poi, come cercando nella memoria:

Io devo aver letto questa storia...

Boffi. Lei l’avrà letta sui giornali!

Salter. Ma sí anni fa...

Boffi. La fece pubblicare il marito, anni fa.

L’Ignota. Io certo non l’ho letta!

Salter (a l’Ignota). La tua è tutta un’impostura!

A Boffi:

Debbo anche saperne qualche cosa... ma sí, di certe supposizioni di un mio amico dottore psichiatra — a Vienna...

Voltandosi di nuovo a l’Ignota, con sprezzo:

Tu stai mescolando i tuoi casi con codesta storia, e la vorresti far passare per tua?

Boffi. Ma se è appunto lei, la signora!

Salter (ancora piú sprezzante). Tu?

L’ignota (placidissima). L’afferma lui, non senti? che mi conosce da bambina.

Boffi. E non posso sbagliare!

L’Ignota. Mentre tu mi conosci da pochi mesi soltanto.

Salter (forte, convulso, con schianto). Io ho distrutto per te la mia vita!

L’Ignota. Per la tua pazzia — non per me.

Salter. Ma chi m’ha fatto perdere la testa?

L’Ignota. Io? L’hai voluta perdere tu, accostandoti a me.