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decisione. Vuoi dare a intendere d’essertene dimenticata? Ma io no, sai!

L’Ignota. E come, la decisione — cosí?

E guarda la rivoltella.

Salter. Io sono pronto a tutto.

L’Ignota (a questa risposta, scatta in piedi, pallidissima, risoluta, riprende l’arma e la punta contro il Salter). Vuoi che t’ammazzi? posso anche farlo, sai!

Si rilascia; abbassa l’arma:

Sono talmente stanca di tutto...

Gli s’appressa.

Ti do, invece guarda: un bacio, qua sulla fronte.

Lo bacia.

Eh, di’ grazie almeno...

Gli porge la rivoltella.

Tieni, caro; ammazzami tu, se vuoi.

Mop (di scatto). No! Bada che lui lo farà davvero!

L’Ignota. E lo faccia! Dopo tutto, quando non se ne può piú... Se l’avesse lui, almeno, questo coraggio...

Ritornando al posto dov’era prima, dice, rivolta al Boffi con un tono di sincerità desolata, che pare parli la stanchezza stessa caduta a terra:

Davvero, sa, non ne posso piú...

Poi, come riprendendo fiato:

Ho una fame che non ci vedo: chiedo un pezzo di pane: mi si offre una rivoltella: lei mi chiama «Signora Lucia»: è veramente da ridere questa sera...

Salter (di scatto, andando difronte al Boffi). Io sono qua a casa mia: le intimo d’uscire!

Boffi. E io non esco, perché sono qua per la signora e non per lei.

Salter. La signora è in casa mia, mia ospite!

L’Ignota. Quest’è vero; ma posso bene invitare e trattenere, se mi piace, uno che dice di conoscermi.