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Riprende il gibus, lo richiude premendolo dal fondo sul petto e lo ridà al Boffi.

Grazie. La signora Lucia, mi dispiace se questo possa offendere il marito, fa le danze al «Lari Fari», sa?

Boffi. E quanto piú fa cosí, tanto piú mi convinco che è lei. Ma come vuole, scusi, che non la riconosca, se l’ho vista crescere da bambina?

L’Ignota. Me? proprio da bambina? Senti senti... E non sono cambiata da bambina a ora?

Boffi. È cambiata, certo; come si cambia tutti; ma ben poco, con tutto quello che deve aver passato!

L’ignota (dopo averlo guardato un po'). Ma sa che lei m’interessa enormemente? Di tutti i colori, ne ho passate. E anche adesso guardi tra loro due

indica Salter e Mop:

sapesse che cose!

Salter (fremendo: come uno che non ne possa piú). Basta! Come non ti vergogni?

Mop (insorgendo, commossa). No, ha ragione: questa povera creatura...

e fa per abbracciarla.

L’ignota (infastidita, sbarazzandosi subito dell’abbraccio). Mop, per carità!

Salter (a Mop, furioso, approfittando di quel moto di fastidio dell’Ignota). Lasciala in pace! E finisci di far la stupida cosí in pigiama! Va’ a dormire!

Mop (tragica, facendosi incontro al padre). Tu, ti dovresti vergognare, non lei!

L’ignota (trattenendola con esasperazione stanca). Ma non ricominciate, in nome di Dio!

Salter. T’ho detto vattene, vattene!

L’Ignota. Sí, va’, va’, cara, va’ a prepararmi, se ti riesce, un altro sandwich, eh?

Mop. E verrai a mangiarlo di là?

L’Ignota. Sí, a patto che non mi baci, sai che non posso soffrirlo!

Salter scoppia a ridere ferocemente.

Mop. Vigliacco!