Pagina:Pirandello - Maschere nude, Volume I - Verona, Mondadori, 1965.djvu/967


come tu mi vuoi 953


L’Ignota. — già! — solo che le bestie, ah Dio, almeno sono natura —

Salter (c. s. abbozzando sempre piú, con scherno). — saggezza d’istinto —

L’Ignota. — mentre nell’umanità

torna a sdrajarsi

spavento, caro signore! — natura è follia: triste fino a morirne, diceva Fritz — e anche molto schifosa. Guai se non ci fosse la ragione a far da camicia di forza...

A Mop che sopravviene con un sandwich:

Ah, brava, hai trovato?

Si tira su.

Mi scusi.

Addenta il sandwich:

Ho una fame!

Mop. Ma guarda, la manica...

L’Ignota. Strappata? Saranno stati quei cani...

Mop. No: pare solo scucita.

L’Ignota. Ma sai che stasera non m’è riuscito far cadere la bottiglia? Forse, non so, mi mettevo troppo lontana...

Cosí dicendo, si leva svelta svelta le scarpette e, a piedi scalzi, correndo con la leggerezza d’una ballerina sulla puntadei piedi, s’appressa al Boffi e gli tira di sotto al braccio il gibus.

Scusi, permette?

Lo fa scattare: lo posa a terra, davanti a sé, in mezzo alla scena, poi con grazia sollevafin quasi alginocchio la veste e, reggendosi sulla punta d’un piede, alza l’altro con moto di danza, come per rovesciare una bottiglia di Champagne che le stia davanti al posto di quel gibus. Canticchia sottovoce, per accompagnarsi.

Tairírarararí... tairírarararí...

Due volte, sollevando il piede, non sfiora con la punta il gibus li davanti.

Ecco, vedi? mi mettevo troppo lontana...