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Salter (a Boffi per troncare). Senta, signore, non è il momento né per me, né per lei

indica l’Ignota

di seguitare codesta buffonata!

L’ignota (a Salter, con aria di voler scherzare; ma, insieme, di sfida). No no: aspetta: e se io fossi davvero?

Salter. Chi?

L’Ignota. Ma questa signora Lucia, che il signore riconosce in me cosí sicuramente: che avresti da dire?

Salter. Ho detto buffonata.

L’Ignota. E la tua, che cos’è?

Salter. La mia?

L’Ignota. Sí. Mi conosci tu forse piú di lui?

Salter. Io? Piú che non ti conosca tu stessa, io ti conosco!

L’ignota (s’inchina). Fai questo bello sforzo! Non voglio piú conoscermi da tanto tempo, io!

Salter. Molto comodo, per non render conto di quello che fai!

L’Ignota. Al contrario, caro: indispensabile, per poter sopportare quello che gli altri mi fanno.

Boffi (spontaneamente). Magnifico!

Salter (voltandosi a lui come un cane idrofobo). Che cosa dice lei, magnifico?

Boffi. Il modo come ha ribattuto.

E aggiunge con tono di commiserazione:

E quello che la vita le ha fatto!

L’Ignota. Ma si figuri, se mi volessi un po’ conoscere, essere «una» un po’ anche per me

voltandosi a Salter:

ecco, questa «signora Lucia» del signore, per esempio

prende il Boffi sotto il braccio:

dica lei, se ora potrei sopportare di vivere qua con lui!

Lasciando il Boffi e voltandosi subito a Mop, estrosa:

Mop, di’ tu come mi chiamo!

Mop. Elma!