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Ludovico. No, ecco, che s’avvilí... per istrada... come una mendicante...

Franco (con ironia). Già! quando si offrí, di sera, al primo che passava...

Grotti (infoscandosi). Disse anche questo?

Franco (forte, con foga, venendo avanti). Anche questo! anche questo! E avrebbe fatto anche questo per colpa mia, per il mio tradimento! E lei vorrebbe che io, ammettendo questo, non m’ostinassi a pretendere, con tutta la forza della mia coscienza, che ella accettasse la mia riparazione? Ma io sono pronto a pretenderlo anche ora, se lei mi dà la sua parola d’onore che sua moglie ha detto il falso, denunciando che è stata la sua amante!

Accorre a questo punto Emma, dalla comune, gridando spaventata:

Emma. Signora! signora! Dio mio... signora...

Onoria. Che cos’è?

Ludovico. Lei?

Emma. Sissignore... è tornata...

Grotti. E dov’è?

Onoria. Dov’è?

Emma. Come una morta... Appena ho aperto... è caduta, con la valigia...

Ludovico. Il veleno... ah Dio, nella valigia aveva il veleno...

Mentre fanno per accorrere, appare Ersilia dalla comune: cadaverica, ma calma, dolce, quasi sorridente.

Onoria (arretrando, con gli altri). Oh... eccola...

Grotti (prorompendo). Ersilia... Ersilia... che hai fatto?

Franco (quasi tra sé). Ecco che s’è tradito!

Ludovico (accorrendo, come per sorreggerla). Signorina... signorina...

Onoria (con raccapriccio, quasi tra sé). Oh Dio... di nuovo?

Ersilia. Niente. Zitti... Questa volta, niente...

Fa segno col dito davanti alla bocca.

Grotti (con un grido). No! No... Dio, Dio! Bisogna darle ajuto subito! Portarla via, subito!

Onoria (spaventata). Ma sí! Subito, subito!