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vestire gli ignudi | 933 |
Grotti (subito, reciso). Questo no!
Franco. È menzogna, questa?
Grotti. Sono andato appunto a protestare per questo, al giornale — contro questa menzogna!
Franco. E poi è venuto a mettersi qua d’accordo con lei?
Grotti (fremendo, quasi avventandosi e contenendosi). Mi scusi, signor Nota...
Poi, a Franco:
Franco (subito con forza stringente). — perché io volevo riparare al male che le avevo fatto! Perché se ne dispera — vorrei sapere — se questo male che io le avrei fatto, è vero?
Grotti. Ma perché ella non vuole la sua riparazione! Oh bella! Non la vuole! Non la vuole! Gliel’ha detto! Ripetuto! È una bella ostinazione, perdio!
Franco (c. s.). Ma non può credere che mi faccia comodo! Questo no! Lei vorrebbe escludermi, con la scusa di questa disperazione, per fare facilmente, qua, la sua parte davanti al signore
indicando Ludovico
Grotti. E non le ha già confessato d’aver mentito?
Franco (subito, con violenza, sempre piú stringente). Una seconda menzogna! E due! — L’ho costretta io, forse, a mentire?
Grotti. E chi lo sa, se non ha detto di no, per questo?
Franco (c. s.). Dunque sarebbe vero che ha tentato d’uccidersi per me?
Grotti. Io non lo so, perché l’ha fatto.
Franco (c. s.). Se è come lei dice, l’ha fatto per me, per il mio matrimonio! Non vedo altra ragione, perché l’avrebbe fatto!
Ludovico. Se non fu forse, per come disse a me —
Franco (voltandosi di scatto). Ma no, scusi, lei poc’anzi ha detto che non ne vedeva nessuna, neppure lei!