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930 | maschere nude |
Rivolgendosi a Franco:
Franco (insorgendo). Ma gliel’ho detto io stesso!
Ludovico (c. s.). Sí, sí, ed è giusto! giustissimo! E appunto per questo, bellissimo! Ma scusate, voi credete che io debba far qui la figura dell’imbecille? No, ecco! Mi diverto allora a farvi vedere quant’è bella — bella — bellissima questa commedia d’una bugia scoperta —
Franco (di nuovo insorgendo, addolorato). Bella, lei dice?
Ludovico (subito, compenetrandosi del dolore di lui). Appunto perché lei ne soffre e ne ha sofferto cosí! Oh, comprendo, sento in me — non creda! — le sue sofferenze; e non dubiti che saprò rappresentarle al vivo, se ne farò un romanzo o una commedia.
Onoria. E che niente niente vorrebbe farci entrare anche me?
Ludovico. Se ne faccio una commedia, sí.
Onoria. Ah, non s’arrischi di mettermi in commedia, sa!
Ludovico. Che farebbe? Si metterebbe a gridare che non è vero?
Onoria. Che non è vero! che non è vero! Che lei è un impostore da fare il pajo con quella!
Ludovico (ridendo). Ma lo direbbero i critici, stia tranquilla, che non è vero!
Staccando:
Onoria (subito). Denaro, a lei? Ah, bravo! E allora, figuriamoci!
Ludovico. Per pagare il conticino dell’albergo e ritirare la valigia.
Onoria. Ma se le ha dato del danaro, non torna piú! non torna piú! Addio, commedia! Posso star tranquilla davvero!
Ludovico. No, per questo — veda — c’è sempre modo d’immaginare una fine concludente, anche se un fatto nella vita non conclude!
Franco. Teme che non debba piú davvero ritornare?
Ludovico. Ecco: secondo. Se lo scopo della sua menzogna era nei «fatti», come voi dite, ho paura che non ritornerà