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vestire gli ignudi 929


la morte, certe menzogne. E per la vita è certo che lei stessa l’ha riconosciuta inutile.

Franco. Ma lo dice lei, inutile!

Onoria. Se non vuole tener conto dei fatti!

Ludovico. Ah, ecco, questo sí! Questo è vero! È il mio difetto, questo. Non riesco mai a tener conto dei fatti.

Onoria. Meno male che lo confessa lui stesso! E i fatti, sa quali sono? Che è stata salvata: numero uno!

Franco. E che la menzogna le è stata utile! Sissignore, utile — se non per me — che sarebbe stato il colmo — utile perché ha trovato qua uno come lei.

Onoria. Figuriamoci: uno scrittore!

Ludovico. Già: un imbecille.

Franco (subito). Non dico questo!

Ludovico. Ma sí, dica pure, dica pure!

Onoria. Lo può ben dire, se se lo dice da sé!

Franco. Certo che sarà stata lusingata — uh! — di vedere accolta, assunta nel regno dell’arte la sua impostura: questa storia romantica del suicidio per amore, narrata non piú da un giornalista; ma da uno scrittore come lei!

Ludovico. E sí, difatti; voleva.

Franco. Lo vede?

Ludovico. S’è anche avuta per male, che ci vedessi un’altra, diversa.

Onoria. Bella coppia avrebbero fatta! Lei che le diceva, le bugie, e lui che le scriveva!

Ludovico. Le bugie — già! — che si chiamano anche storie. Ma non ha mica nessuna colpa, sa? di non esser vera, questa storia. Importa assai che non sia vera; se poi è bella! Sarà riuscita male a lei, nel fatto; ma ciò non toglie che possa riuscire bene a me, scrivendola. E le dico di piú; che cosí, è piú bella! Oh, molto, molto piú bella! E sono contentissimo che sia venuta in chiaro!

Indica a Franco Onoria:

Guardi: che questa signora qua, per esempio, prima tutta sdegnata, furiosa, e poi tutta miele, e ora tutta fiele —

Onoria (insorgendo). Sfido!

Ludovico (subito approvando). Ma sí, sí, ha ragione! Però è bellissimo, non neghi!