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vestire gli ignudi 927


A Ludovico, di scatto:

Ah, sa! Via! Via! Non la voglio piú in casa! Non voglio di queste vergogne, io, in casa mia!

Ludovico (infastidito, sbuffando). Aspetti... aspetti...

Onoria. No no no no! Che aspetto! Via! Non la voglio! Non la voglio!

Ludovico. Ma si stia zitta, perdio! Io ancora non mi raccapezzo.

A Franco:

Scusi un po’: come va che il console...?

S’interrompe.

Lo sa che è stato proprio lui, il console, a protestare per il primo contro il giornale?

Franco. Ma è chiaro!

Ludovico. No. Come chiaro? Dovevano essere d’accordo, mi pare: amanti!

Franco. Ma perché c’era qua la moglie con lui! La moglie, di cui ella aveva osato far dire infamie in quel giornale!

Ludovico (ricordandosi). Ah, già. Sí sí. E difatti, sí... ecco perché si turbò tanto, sapendo che nel giornale era detto

Onoria. che quella povera signora l’aveva spedita per un servizio.

Franco. Dev’essere stata la moglie a imporre a lui almeno questa smentita.

Ludovico. È allora tutta un’impostura —

Franco. — vilissima! vilissima! —

Ludovico. — he abbia tentato di uccidersi per lei?

Onoria. Ma come si può fare, io dico, a mentire cosí spudoratamente!

Ludovico (quasi tra sé, pensando). Eh sí... difatti... Per questo s’è ostinata a non voler da lei nessuna riparazione.

Franco. Avrei voluto vedere anche questo per giunta!

Onoria. Ma già, povero signore!

Ludovico (urtato sempre piú dalla sguajataggine di Onoria, che lo trae a mettersi anche contro Franco). No, scusi: bisogna riconoscere che almeno una resipiscenza l’ha avuta.