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La signora Onoria è a una delle finestre, da cui entrano i soliti rumori della via, che a mano a mano si vanno attutendo col declinare del giorno. Affacciata a una delle finestre delle case dirimpetto, si suppone ci sia qualche vicina, con cui la signora Onoria conversa; mentre Emma finisce di spolverare e rassettare lo studio.

Onoria. Eh sí, poi le dirò...

Pausa.

Fino a mezzogiorno, ma sa com’è? non è mai il sonno della notte...

Pausa.

Come dice? Non sento...

Pausa.

Ah, sí, ora è uscita, col signor Nota... Sí, per la valigia. A lui non han voluto darla.

Emma. E vedrà che non la daranno neanche a lei.

Onoria (seguitando a parlar fuori). Eh, non s’è potuto prima.

Emma. Non sarà mica ogni giorno cosí, si spera!

Onoria (voltandosi a Emma). Che brontoli? Non mi fai capire!

Emma. Ma dico, di rifar le camere a quest’ora. È sera!

Onoria (tornando a parlar fuori). Il signor Nota sarà uno... Che vuole?

Si mette a ridere.

Pare che voglia tenersela con sé...

Pausa.

Ma no, non vuole piú saperne di quello... L’avrà abbracciata lui...

Pausa; poi precipitosamente:

No, no! Non è possibile! Avrà travisto: non è possibile!

Pausa; poi s’inchina e saluta con la mano.

Sí, a rivederla, a rivederla!