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vestire gli ignudi 913


Ersilia. E non era peggio quel che stava per fare lui, che senza sapere nulla della mia indegnità, mi tradiva, qua, tranquillamente, sposando un’altra?

Grotti. Ma se questa è la prova che lui, là, non aveva fatto sul serio!

Ersilia. Non è vero! L’ha detto! E non sarebbe cosí, ora, come tu stesso l’hai veduto! Ma tu lo dici per te, perché ti conviene supporlo, per trovarvi una scusa a quello che facesti là, dietro le sue spalle, appena partito!

Grotti. E tu hai fatto tutto questo chiasso, ora qua, per impedire ch’egli sposasse un’altra?

Ersilia. No! Non ci ho pensato nemmeno! L’ho detto quando credevo di dover morire! Non ho voluto impedir nulla, io! E non voglio! Non voglio!

Grotti. Ma se non avessi trovato qua il suo tradimento, se lo avessi trovato libero e disposto a mantenere la promessa?

Ersilia (con orrore). No, no! Mai! Non lo avrei ingannato! Ti giuro sull’anima della bambina che non lo avrei ingannato! Non andai nemmeno a cercarlo: te lo può dire lui stesso! E fu per questo suo tradimento che da parte sua è stato un vero e proprio tradimento che io potei dire quella menzogna, che m’uccidevo per lui.

Grotti. Non andasti a cercarlo?

Ersilia. No!

Grotti. E come sapesti allora del suo prossimo matrimonio?

Ersilia. Ah, sí... andai... andai là... al Ministero della Marina...

Grotti. Lo vedi, se non andasti a cercarlo?

Ersilia (con contenuto furore di disperazione; minacciosa). Tu devi ringraziarmi!

Grotti. Di che? D’essere andata a cercarlo?

Ersilia. No! — che mi sentii cadere ogni tentazione di vendetta, appena mi dissero là del suo prossimo matrimonio, e che non era piú in marina. Tu credi di cogliermi in fallo, con un’intenzione d’inganno, salendo le scale di quel Ministero? Tu non sai con quale animo io salivo quelle scale, arrivata qua, sperduta, scacciata da tua moglie in quel modo, dopo la sorpresa, in quel terribile momento, tra le grida della gente che avevano raccolto la bambina precipitata dalla terrazza. — Ero disperata. Come una mendica, ero, che