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906 maschere nude


Mi guardavi con codesti occhi? — Io ti vedevo... — chi sa come ti vedevo!

Franco (gelando). Tu m’allontani, Ersilia... Mi... mi fai dubitare di me... di te...

Ersilia. Perché non puoi capirla, tu, questa cosa orribile, d’una vita che ti ritorna, cosí... come... come un ricordo che invece d’esserti dentro, ti viene... ti viene, inatteso, da fuori... Cosí cangiato, che stenti a riconoscerlo. Non sai piú trovargli posto in te, perché anche tu sei cangiato, e non riesci piú a risentirti vivo in esso, pur vedendo che sí, era vita tua, come tu forse ieri — ma non per te! — come parlavi, come guardavi, come ti movevi nel ricordo di quell’altro, senza essere tu.

Franco. Ma sono io, Ersilia! io che torno a esser quello, che voglio di nuovo esser quello per te!

Ersilia. Non puoi. Dio mio, non capisci? Perché ora, vedendoti, sono certa che non sei stato mai quello!

Franco. Io?

Ersilia. Perché ti meravigli? Mi sono accorta che or ora anche tu sentendomi parlare, hai avuto la stessa impressione.

Franco. Sí, è vero; ma perché ora dici cose....

Ersilia. Che sono vere! Perché non te ne vuoi approfittare? Tutti ne possono approfittare. Io sola, no! — Per te non è colpa.

Franco. Ma che cosa, Dio mio, non è colpa?

Ersilia. Quello che hai fatto a me.

Franco. Ma come non è colpa, se sono qua per questo?

Ersilia. Nella vita, eh, nella vita, si fa! Si può fare!

Franco. Ma ne vengono rimorsi, come quello ch’io sento, che è un vero rimorso, sai?, non un semplice dovere ch’io riconosca verso di te!

Ersilia. Ma se vieni a sapere che non sono quella che credevi e che t’eri immaginata...

Franco (disperandosi nel sentirla parlare cosí). Oh, Dio mio, ma che dici?

Ersilia. Anche lei, signor Nota — un’altra! Ma le giuro che avrei fatto di tutto, io, per esser quella che lei s’era immaginata! — Per lei sí, per lei sí, potevo: perché si trattava di vivere nella finzione della sua arte! — Ma nossignori, la vita — ecco qua — la vita che m’ero tolta, vede?, non mi