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904 | maschere nude |
Appena la vede, smorendo, quasi tra sé:
Ersilia entra, infatti, coi capelli cascanti, disfatta, pallidissima, e va, disperatamente risoluta, verso Ludovico.
Ersilia. Ci rinunzio, ci rinunzio, signor Nota! Non volevo neanche questo! La sua proposta... No, no, non è possibile! Rinunzio a tutto, a tutto!
Ludovico. Ma che dice? Guardi chi c’è qui!
Indica Franco.
Franco. Ersilia! Ersilia!
Ersilia. Lei... chi chiama? Vede chi sono? come sono?
Franco (avvicinandosi a lei con passione). Vedo che ti sei ridotta cosí; ma sei la mia Ersilia, la mia Ersilia!
Fa per abbracciarla.
Ersilia (arretrando con orrore). Non mi tocchi! Non mi tocchi! Mi lasci!
Franco. Ma come? Mi dài del lei? Tu che devi essere mia, mia, come già fosti mia?
Ersilia. Ah, questo è uno strazio veramente insopportabile! Come devo dire, Dio mio, come devo far capire che per me doveva essere tutto finito?
Franco. Ma se non è finito! Vedi che non è finito, se io sono qua di nuovo con te?
Ersilia. Quello che lei fu per me, là — non può piú essere ora!
Franco. Ma sí! Ma sí! Perché sono lo stesso! Sono lo stesso!
Ersilia. No! Anche per la ragione — glielo dico che io, io (e Dio mio, se ne potrebbe accorgere) io non posso piú essere la stessa!
Franco. Ma non è vero! Ti volesti uccidere per me lo dicesti! E allora?
Ersilia (fosca, con estrema risoluzione). E allora non è vero!
Franco. Come non è vero?
Ersilia. Non è vero. Non per te! Se non venni neanche a cercarti... Ho mentito!
Franco. Hai mentito?