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900 | maschere nude |
Ludovico. Già. Dice che la pubblicheranno domani.
Entra per l’uscio infondo la signora Onoria, seguita da Emma che se ne va dalla comune.
Franco (vedendola entrare, ansioso). Ah, ecco, ecco...
Onoria (agitando in aria le mani). Che nottata! Che nottata!
Franco. E che fa? Non viene?
Onoria. Se potrà. Sa che c’è anche lei; l’ha supposto; ma non la turbi, per carità! S’era un po’ assopita in mattinata.
Ludovico. E con questo fracasso della via...
Onoria. No. È entrata la donna a dir che c’era lei con un altro signore, e s’è svegliata. Ho temuto tanto che s’opponesse come jer sera.
Franco (come a scongiurare). No! No!
Onoria. No, difatti; ha detto che le vuol parlare.
Franco. Ah! bene! Si sarà persuasa!
Ludovico. Ma sí! E se non è ancora persuasa, vedrà che la persuaderemo noi.
Onoria. Ho i miei dubbi su questo. Jeri sera, come se ne sono andati via loro, se ne voleva scappare.
Ludovico. Scappare?
Franco. E dove? Perché scappare?
Onoria. Chi lo sa? Via! Ho dovuto tanto lottare per trattenerla! Ma io non so, non so come l’abbiano fatta uscire dall’ospedale: non è ancora guarita!
Ludovico (un po’ seccato, con freddezza). Ma veramente, quando è stata con me...
Onoria. No, che! Ha sofferto pene d’inferno a sorreggersi, a non far parere che soffriva. Teme tanto che lei si stanchi!
Ludovico. Io? Ma no... Ora piuttosto...
e accenna a Franco.
Franco. Sí, sí, la guarirò io! la curerò, la curerò io!
Onoria. Io vado di là un momento a riposarmi: non ne posso piú: casco dal sonno! Oh ma se ci fosse bisogno di me...
Ludovico. Sí, vada vada.
Onoria. Mi facciano chiamare!
S’avvia per la comune, ma torna indietro, rivolgendosi a Ludovico: