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Entrano dalla comune, seguiti da Emma, Franco Laspiga e Ludovico Nota. Ludovico ha il cappello in capo. Franco posa il suo sulla prima seggiola accanto alla comune. Poco dopo anche Ludovico poserà il suo.
Ludovico (a Emma). La signora Onoria?
Emma. È di là,
indica l’uscio in fondo:
Ludovico. Sapete com’è stata la signorina stanotte?
Emma. Ah, male! Ha sofferto tanto! Credo che non abbia dormito mai. E neanche la signora.
Franco. Se avessi potuto parlarle jeri sera!
Ludovico (a Emma). Entrate piano piano, e dite alla signora Onoria che ci sono qua io.
Emma. Sissignore.
S’avvia per l’uscio in fondo.
Ludovico. È arrivata posta?
Emma (voltandosi). Sissignore. Lí sulla scrivania.
Apre senza far rumore l’uscio in fondo; esce.
Ludovico (andando a prendere la posta sulla scrivania, a Franco). S’accomodi, intanto, s’accomodi.
Franco. No, grazie. Non posso star seduto.
Ludovico (sbuffando). Oh Dio, apro un po’!
Apre una delle finestre, e si mette a sfogliar la posta, che è solo di giornali. I rumori della via si fanno piú distinti, misti a quelli del mercato della mattina. A un certo punto, urtato, richiude e s’avvicina a Franco con un giornale e un dito per segno su una notizia della cronaca.
Gli dà il giornale.
Franco (dopo aver letto). Una smentita?