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vestire gli ignudi 893


per lei come per me, che l’ho toccata fra tutte quelle grida d’un colpo, la durezza della realtà che riviene d’un tratto avanti, e schianta, annienta!

Rientra Ludovico, serio, turbato, risoluto.

Ludovico. Niente. No. Per il momento non è possibile.

Franco. Come non è possibile? Ma che dice? che dice?

Ludovico. Mi ha promesso che la vedrà domani.

Franco. Oh Dio, ma io questa notte impazzisco! No!

Ludovico. Non è possibile, le dico! In questo momento non è possibile!

Franco. Non dormo da tre notti! Me le lascino dire almeno una parola, per carità!

Ludovico (fermo, quasi con durezza). Inutile insistere!

Attenuando:

Sarebbe peggio per lei, creda!

Franco. Ma perché?

Ludovico. La lasci riflettere questa notte. Io le ho parlato; le ho detto...

Franco. Ma perché non vuole? Se dice per quell’altra, è tutto finito! Ma scusi, se ha voluto uccidersi per me, perché non vuole?

Ludovico (perdendo la pazienza). Vorrà! Vorrà! Ma aspetti, santo Dio, che si calmi!

Cantavalle. E si calmi anche lei!

Franco. Non posso... non posso...

Ludovico (rabbonendosi di nuovo). Dia ascolto a me! Io ho fiducia che domani si persuaderà!

Alla signora Onoria:

Vada, vada lei, intanto, la prego! Non la lasci sola!

Onoria (accorrendo). Sí, sí, eccomi, eccomi... Ma accendano, non ci si vede piú!

Via per l’uscio in fondo. Ludovico gira la chiavetta della luce.

Ludovico. Noi intanto andiamo via.

Franco. Ma non debbo neanche vederla?

Ludovico. Domattina la vedrà, le parlerà. Ci sarò anch’io Adesso andiamo!

Gli fa cenno d’avviarsi per uscire.