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vestire gli ignudi | 889 |
Ludovico. Ma mandatelo al diavolo!
Cantavalle. Aspettate! Non me ne dovrei vantare, ma colossale, Maestro mio, è stato veramente colossale l’effetto del mio «pezzo». Pare che la fidanzata del giovanotto, indignata dall’inganno fatto qua alla signorina, abbia mandato a monte il matrimonio, capite?
Ludovico. Ah sí?
Cantavalle. Colossale, come effetto! Tanto piú che, scoperto l’altarino, non solo l’indignazione della fidanzata, ma pare abbia fatto nascere anche il rimorso in lui, nel giovanotto, capite? Per la commozione generale del suicidio come l’ho raccontato io! Ha perduto la testa!
Ludovico. Quel tenente di vascello?
Cantavalle. Lui. Si chiama... aspettate... mi pare, Laspiga. Totalmente la testa! È venuto a dircelo il console.
Ludovico. E come lo sa, lui?
Cantavalle. Ma perché pare che sia andato a trovarlo al Ministero degli Esteri il padre della promessa sposa, che gliel’ha detto.
Ludovico. Ah, è un bellissimo imbroglio!
Cantavalle. Già! Anche per voi, Maestro, che vi ci trovate in mezzo.
Ludovico. Io?
Cantavalle. E io, come no? eh! Mi ci trovo in mezzo pure io, minacciato d’una querela...
Ludovico. Ma questo padre della fidanzata?
Cantavalle. Fa il diavolo a quattro! Perché la figlia, sí, sulle prime s’è indignata; ma poi — capirete alla vigilia delle nozze pianti, convulsioni, disperazione — uno scombussolamento... Siccome il console conobbe questo Laspiga là a Smirne, ed ebbe là la signorina come istitutrice —
Ludovico. è andato a chiedere informazioni a lui?
Cantavalle. Pare!
Ludovico. E figuriamoci come gliel’avrà date! La incolpano anche della morte della bambina!
A questo punto, dalla comune rimasta aperta si precipita in iscena esagitato, sconvolto, col pallore e il tremore di chi non dorme da tante notti e ha quasi perduto la testa, Franco Laspiga. Ha ventisette anni, è biondo, alto, smilzo, veste con eleganza.