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vestire gli ignudi | 883 |
Ci sono malati!
E ripete il gesto: «Andate via!». Il suono s’interrompe a un tratto. Ella chiude la finestra e ritorna a Ersilia:
Ersilia. No... E come? Bisogna che mi tenga su... Ho tanta paura che neanche questo duri...
Onoria. Che cosa?
Ersilia. Sono cosí disperata, se sapesse... cosí disperata... Non mi posso reggere... Questa fascetta — ah
se la stira
Si sente dalla comune la voce di Ludovico che invita qualcuno a entrare.
Ludovico. No no, avanti; passi.
Entra il giornalista Alfredo Cantavalle, seguito da Ludovico Nota. Il Cantavalle è un giovanottone napoletano che vorrebbe essere elegante, tanto che porta perfino il monocolo, e Dio sa con quanto stento. Buon figliuolo. Fronte bassa e molti capelli, ma ancora come di ragazzaccio di scuola; viso lungo e grasso e rubicondo; grosse gambe di forma feminea su cui i calzoni pigliano subito il grinzo.
Cantavalle. Permesso? Oh, cara signorina mia: mi riconoscete?
Ludovico (presentandolo). Il giornalista Alfredo Cantavalle.
Ersilia. Sí, ricordo.
Cantavalle. M’ha riconosciuto!
Notando la signora Onoria:
Ludovico. No. È la padrona di casa.
Cantavalle. Ah, piacere!
S’inchina.
Ludovico. Sí, d’un povero vecchio.