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vestire gli ignudi | 881 |
Ersilia. No... è che... tutto è cosí nella mia vita... Non mi... non mi riesce mai nulla...
Si sente picchiare alla comune.
Ludovico. Chi è? Avanti.
Entra la signora Onoria tutta miele, goffamente intenerita.
Onoria. Permesso?
Cerca con gli occhi Ersilia.
Resta, e batte le mani pietosamente vedendola nell’atto di asciugarsi gli occhi.
Ludovico (stupito, non comprendendo quel cambiamento improvviso). Che cos’è?
Onoria. Ma me lo poteva dire, santo Dio, che la signorina era quella del giornale! La signorina Drei, Ersilia Drei, non è vero? Oh poverina, poverina! Sono tanto contenta, sa? che lei sia guarita, e che sia qua.
Ludovico. Come l’ha saputo, lei? scusi?
Onoria. Oh, bella, e non ho letto il giornale?
Ludovico. No, dico, che sia lei, come l’ha saputo?
Onoria. Ah, perché è venuto — guardi
gli porge un biglietto da visita
Ludovico. Qua?
Ersilia (turbata, di scatto). Il giornalista?
Ludovico. E che cosa vuole da me?
Onoria. Dice che ha da domandare spiegazioni urgenti alla signorina.
Ersilia (c. s.). Spiegazioni?
Ludovico. Ma basta, ormai, perdio!
Ersilia (smarrendosi sempre piú nel turbamento). Che spiegazioni?
Ludovico. E chi gli ha detto poi che la signorina si trovava qua?
Onoria. Io non lo so.
Ersilia (subito, a Ludovico). Neanch’io! Non sapevo neppure, quando parlai con lui, che sarei venuta qua... da lei...