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vestire gli ignudi 879


le andasse bene: avvilirmi minuto per minuto. E alla fine, incolpata della disgrazia —

Ludovico. — mentre era stata lei a mandarti fuori di casa per non so che servizio!

Ersilia (subito voltandosi impressionata e contrariata). Chi l’ha detto?

Ludovico. Era scritto nel giornale.

Ersilia. Anche questo?

Ludovico. L’avrai detto tu....

Ersilia. Ma no... io non ricordo... non credo...

Ludovico. Possibile che l’abbia immaginato io, allora? O l’avrà forse inventato il giornalista per colorir meglio la crudeltà di quel licenziamento su due piedi, senza neanche volerti pagare il viaggio di ritorno. Questo è vero!

Ersilia. Questo sí! questo sí!

Ludovico. Quasi avessi dovuto tu, invece, pagar loro la figlia!

Ersilia. E me ne minacciò, difatti; sí: me ne avrebbe accusato come d’un delitto, se non avesse temuto che sarebbero venute fuori certe cose —

Ludovico. — sul conto di lei? — Ah, dunque vedi che è vero?

Ersilia (turbata). No... non voglio dire... non voglio dire... Mi dispiace anzi, se hanno stampato che fu lei a mandarmi fuori. Non vorrei pensare piú a nulla, adesso, di quanto avvenne là. Penso al viaggio, a quello che soffersi. Sono sicura che se ne venne con me, su quel piroscafo, la bambina morta, per non restare là coi suoi cattivi genitori. Ho questa impressione: che la perdetti, quando scesi dall’albergo, quella sera.

Ludovico. Ma appena arrivata qua, scusa, non andasti a cercar di lui?

Ersilia. Dove? Non sapevo l’indirizzo. Gli scrivevo fermo in posta. Andai al Ministero della Marina. Mi dissero che non era piú in servizio.

Ludovico. Ma dovevi rintracciarlo, perché ti desse conto dell’inganno, del delitto, perdio, che aveva commesso!

Ersilia. Non mi son saputa mai far valere.

Ludovico. T’aveva promesso di sposarti!

Ersilia. M’avvilii. — Come mi dissero ch’era alla vigilia del