Pagina:Pirandello - Maschere nude, Volume I - Verona, Mondadori, 1965.djvu/886

872 maschere nude


per non dire vecchio — non aveva bisogno né di farti quella profferta né di venire a prenderti adesso all’uscita dall’ospedale, perché il romanzo — io — leggendo su quel giornale i tuoi casi, l’immaginai da me, tutto, da cima a fondo.

Ersilia. Ah... come? cosí subito?

Ludovico. In un momento. Con tanta ricchezza di situazioni, di particolari... Oh, bellissimo! — l’Oriente... quella villetta vicino al mare, con quella terrazza... tu là, istitutrice... quella bambina che precipita dalla terrazza... il tuo licenziamento... il viaggio... l’arrivo qua... la triste scoperta... Tutto, tutto... — cosí, senza vederti, senza conoscerti.

Ersilia. Immaginandomi... E come, come? Cosí... come sono?

Ludovico, sorridendo, fa segno di no col dito.

E come allora? Me lo dica

c. s.

...dimmelo.

Ludovico. Perché vuoi saperlo?

Ersilia. Perché vorrei essere come tu mi hai immaginata.

Ludovico. Ma no! Perché tu mi piaci molto, molto di piú cosí. Dico, per me; non per quel romanzo.

Ersilia. Ma allora... quello che era il mio romanzo, tu l’hai fatto di un’altra?

Ludovico. Eh, per forza; di quella che avevo immaginata.

Ersilia. Molto diversa da me?

Ludovico. Un’altra.

Ersilia. Oh Dio, ma allora... non capisco, non capisco piú —

Ludovico. Che non capisci?

Ersilia. — il tuo interesse... come possa essere per me.

Ludovico. E per chi vuoi che sia?

Ersilia. Ma se io non sono quella... se i miei casi, le mie disgrazie... tutto ciò che, leggendo il giornale, t’ha interessato — dico — se non t’ha interessato per me... se l’hai visto come di un’altra che non sono io...

Resta come smarrita, sospesa.

Ludovico. Ebbene?

Ersilia. Io allora me ne posso andare.