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858 | maschere nude |
pur di salvare da quella repulsione la bambina). Tu dici per me, è vero, Livia? — Non dici per la bambina!
Livia. Ma se lo dico per voi — è anche per lei!
Fulvia. No — ah — no! Perché — comunque tu pensi di me — voglia o non voglia — quella è tua sorella!
Livia. Quando lo sarà! Per ora, no. — Non è vero!
Fulvia. Come non è vero?
Livia. Non è vero, perché voi non siete la moglie di mio padre!
Fulvia. No? E che sono?
Livia. Lo sapete meglio di me, che cosa siete!
Fulvia (di nuovo, con quel baleno di speranza). Mi sdegni per questo? — Ah, ma se è per questo — no, Livia! — Non so come tu abbia potuto pensare...
Livia. Dove sono gli atti del vostro matrimonio?
Fulvia (rivolgendosi un po’ alla zia Ernestina, un po’ a Betta). Ah, è questa la congiura? Voi due avete fatto ricerche?
Indica Betta e Livia.
Livia. Non ci sono! non ci sono!
Fulvia (con scatto di fierezza, per troncare). Ci sono! — Tu hai cercato male! Ci sono!
Livia. Non basta negare! — Se diceste dove?
Fulvia. Per carità, Livia, non farmi dire... — Per carità di te stessa, piú che di me — non cimentarmi; te ne scongiuro. Sono veramente stanca.
Livia. No. Non c’è bisogno che diciate. A me mi basta questo.
Fulvia. Che ti basta?
Livia. Ma questo riconoscimento.
Fulvia. Quale?
Livia. Ma che nascondete cose che — per carità di me — non potete dire.
Fulvia. Ma no! Io non nascondo nulla!
Livia. M’avete scongiurata di non farvi dire... Che cosa? Cose che riguardano me?
Fulvia. No — no — non dico questo...
Livia. E allora? — Cose che riguardano voi?
Fulvia. Me — sí...
Livia. Ma io me le immagino!
Fulvia. Tu non t’immagini niente! Non son cose che tu possa