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856 | maschere nude |
Zia Ernestina. No: solo, no!
Silvio (scrollandosi e uscendo). Ma via!
Zia Ernestina. Da’ ascolto a me: sarà meglio mandarci Giovanni!
Fulvia (irritata). Ma no, zia! Debbono esser soli... — Mi metti in apprensione...
Zia Ernestina. Io l’ho veduto in uno stato...
Fulvia. Ma piuttosto, allora, ci vado io!
Zia Ernestina. No! Tu, no!
Rientra dal secondo uscio a destra Betta.
Fulvia (subito a Betta). Dov’è Giovanni?
Betta. Mah... io non so... Dev’esser nel suo casotto, in giardino.
Zia Ernestina. Ah, bene, bene, allora. Sarà disceso di là...
Betta. Non so, signora, se debbo eseguire l’ordine che m’ha dato la signorina...
Fulvia. Che ordine?
Betta. Vorrebbe che l’automobile...
Zia Ernestina. Ho capito! — Se ne vuole andare! — Me l’ha detto.
Fulvia. Che? Se ne vuole andare? — Dove?
Betta. Pare che si sia preparata...
Fulvia. Per andarsene? Ma che è fatto apposta, questa sera, appena arrivo?
Zia Ernestina. No, carina mia, da un pezzo, da un pezzo si congiura qui!
E guarda fremendo Betta.
Betta. Dice a me, signorina?
Zia Ernestina. A voi, a voi, sí! — signor parroco... Col Non so che ambasciate...
Fulvia. Ma dove vuole andarsene? Perché?
Betta. Io non so... Io sono stata comandata...
Fulvia. Che c’entra il parroco?
Zia Ernestina. Ci siete stata anche oggi, per piú di quattr’ore! Non negate!
Fulvia (con lo sdegno di chi non vuol piú darsi pena per una cosí palese e dura ingiustizia). Eh, via! Se la vedrà con suo padre! — Io vado dalla mia bambina.