Pagina:Pirandello - Maschere nude, Volume I - Verona, Mondadori, 1965.djvu/869


come prima, meglio di prima 855


Fulvia. È pazzo! — Niente... — non temere, zia Ernestina.

Zia Ernestina. Ma è di là... — E se...

Fulvia. Questo sí, questo sí — può fare uno scandalo. — Ma com’è venuto? Come ha saputo? — Che t’ha detto?

Zia Ernestina. Ma... — io non ci ho capito niente... Ha parlato finanche di grilli... S’è messo a predicare... Dice però cosí, che bisogna finirla.

Fulvia. Ancora?

Zia Ernestina. Gliel’ho detto! — Mi ha minacciato! Gli ho detto...

Fulvia. Lascia! lascia! Temo ora qua per Livia; che senta... Ma non voglio agitarmi, non voglio agitarmi... —

Con gioja:

L’allatto io, sai?

Sopravviene dal secondo uscio a destra Silvio.

Fulvia. Oh, Silvio...

Silvio. Mi ha detto che ora discende.

Fulvia. Livia? Ma no! Era meglio che rimanesse su!

Silvio. Nient’affatto! Lo deve anche per rispetto a me.

Fulvia. E l’hai costretta?

Silvio. Non posso tollerare che seguiti cosí! Non mi ha voluto neanche aprire! Ma ha promesso infine che ora discenderà.

Fulvia (a zia Ernestina). Cerchi, cerchi lei d’impedirlo, zia Ernestina!

Silvio. Perché?

Fulvia. Perché c’è di là, in giardino — ... quel Mauri, sai?

Silvio (restando). Qua — e come?

Fulvia. Pare che sia qua da due giorni.

Zia Ernestina. Sí, sí. — Era venuto a domandare...

Silvio (con viva agitazione). E ha parlato con Livia?

Zia Ernestina. No no — con me!

Silvio. E che vuole?

Fulvia. Ma, al solito! La sua pazzia!

Silvio. Ancora? — Ma come ha scoperto?

Fulvia. Che vuoi ch’io sappia! — Va’, va’ — cerca di farlo andar via, prima che Livia discenda.

Silvio s’avvia verso la veranda.