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come prima, meglio di prima | 845 |
Zia Ernestina. Io? — Ma che! — Come?
Livia. Se ti disse che aveva conosciuto la mamma!
Zia Ernestina. Ma che! deve aver sbagliato! Tu eri affacciata su alla finestra. Voleva far sapere che conosceva la signora e disse la mamma, indicando te su.
Livia. Dunque tu credi proprio che parlasse di questa signora?
Zia Ernestina (impressionata). Ah, che forse le tue ricerche...?
Livia. No, no. Non ci pensavo piú, se tu ora non me lo ricordavi. Ma può essere anche lui una prova. Uno che viene — chi sa da dove — a cercarla...
Zia Ernestina. L’avrà veduta qualche volta!
Livia. Chi sa dove...
Zia Ernestina. Ma Livia! Smetti almeno davanti a me di parlare cosí, perché a’ miei tempi le ragazze...
Livia. Eh via, cara zia! — Le ragazze? Davvero credi che non capisca che razza di donna dev’essere stata quella? — Con quel bel campione! Neanche un soprabito aveva... — Ti disse che sarebbe ritornato?
Zia Ernestina. Che avrebbe aspettato il suo ritorno.
Livia. Dunque oggi!
Quasi tra sé:
Zia Ernestina (dopo un momento di riflessione, decidendosi). Senti: io vado a chiudere il cancello!
S’avvia.
Livia. No, zia. Lasci fuori il giardiniere?
Zia Ernestina. Avrà la chiave!
Scende dalla veranda nelgiardino. Livia resta assorta a pensare. Poco dopo, la zia Ernestina rientra tutta abbrezzata dal freddo.
Zia Ernestina (rientrando). Ah, proprio si gela stasera!
Livia (dopo una pausa, ancora assorta). E non ti sembra strano, che papà — risposando — abbia sentito il bisogno di venirsene qui, dove — dopo sette mesi — non conosciamo ancora nessuno?
Zia Ernestina. Ah, questo sí! Ha scelto proprio un brutto posto, te lo dico io! Cosí abbandonato, fuori mano...