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penso che cosí forse, quand’eri piccina, te li carezzava tua madre...

Livia si nasconde la faccia e scoppia in pianto. Sopravviene dal primo uscio a destra Silvio che, evidentemente, stava alle vedette.

Silvio. Livia, che cos’è?

Fulvia (subito). Niente! niente! Piange per la partenza della zia. Bisogna assolutamente che tu la faccia restare.

Silvio. Ma sí, si vedrà...

Fulvia. No, deve, deve restare, deve restare!

Silvio. Va bene; resterà. Ma Livia sa bene

le si accosta per abbracciarla

che non merita questo suo pianto...

Livia (aggrappandosi al padre, in una convulsione d’odio e di ribrezzo). Non piango per questo! non piango per questo!

Silvio (con Livia sul petto, guardando severamente Fulvia). E allora?

Fulvia (apre desolatamente le braccia, guardando come da lontano). Io non so...

Entra, dopo una breve pausa, Betta dal primo uscio a destra, fermandosi sulla soglia.

Betta. È pronto, signora!

E si ritira.

Silvio. Su, su, Livia! Basta. Andiamo... C’è gente di là... Non è bene che sentano...

Livia (riprendendosi). Sí... sí...

Silvio. Asciughiamo codeste lagrime...

S’avvia, con Livia abbracciata; poi, sollevando il capo verso Fulvia:

Andiamo...

Fulvia (riaprendo le braccia e sospirando). Andiamo.


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