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834 | maschere nude |
Signora Barberina. Ah, ma dunque sarà meglio che noi...
Fulvia. No, ecco volevo dir questo. Non credo che Livia potrà aver dispiacere che rimangano a tavola, come al solito, il suo professore e la signora. Tanto piú che doveva pensar lei ad avvertirli di non venire. Ma capiranno: c’è qua la zia... Dica, dica lei, signorina!
Zia Ernestina (c. s.). Che?... che debbo dire?
Fulvia. Nessuno meglio di lei è in grado d’interpretar l’animo della figliuola...
Zia Ernestina (impappinandosi e riprendendosi a stento). Già... ma... capirai... capirà... sono... sono ospite anch’io qua... di... di lei...
Fulvia. Ah, bene! E allora io, per conto mio, non permetterò che il professore e la signora se ne ritornino indietro, di mezzogiorno, con questo sole...
Signor Cesarino. Già il tocco! già il tocco!
Fulvia. Ah sí? E allora a momenti saranno qua...
Signor Cesarino. Di volo... con l’automobile... che bellezza! — Le assicuro, signora mia, che noi due, a ritornare a piedi adesso, si morirebbe...
Fulvia (alzandosi). No no. — Vadano, vadano a mettersi in comodità. —
Si alzano tutti.
Indica il primo uscio a destra.
Signora Barberina. Grazie... mi leverò allora, con permesso, il cappello...
Signor Cesarino. E io vorrei, con licenza della signora... Ecco, oggi dovevo anche accomodare il pianoforte...
Signora Barberina. Ma no, Cesarino! Non hai inteso che oggi non si suona?
Signor Cesarino. Accordare non è sonare!
Fulvia. La farà poi, se mai, signor Cesarino: dopo tavola...
Signor Cesarino. Ah, bene bene... E allora, ci permettano... Andiamo a rinfrescarci un po’!
Signora Barberina. Con permesso...
S’inchina.
Escono per il primo uscio a destra, marito e moglie.